Valori e psicoterapia: orientare il cambiamento verso ciò che ha significato

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person holding black round container
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All'interno del processo psicoterapeutico, uno degli elementi più spesso trascurati, ma di fondamentale rilevanza, è il ruolo che i valori personali ricoprono nel sostenere il cambiamento e nel conferirgli direzione.
Troppo frequentemente, il focus clinico si concentra esclusivamente sulla riduzione dei sintomi o sulla gestione degli stati affettivi problematici. Tuttavia, è ormai evidente come una psicoterapia efficace non possa prescindere da un lavoro profondo su ciò che dà senso alla vita dell’individuo.
Quando una persona intraprende un percorso terapeutico, lo fa spesso in risposta a una condizione di sofferenza, che può manifestarsi come ansia, depressione, stanchezza esistenziale, difficoltà relazionali o crisi identitarie.
Ma al di là della forma che questa sofferenza assume, ciò che emerge è frequentemente una distanza, più o meno consapevole, tra la vita che la persona sta conducendo e quella che desidererebbe vivere.

In questo senso, i valori rappresentano non soltanto un riferimento etico o ideale, ma una vera e propria bussola interiore: forniscono orientamento, motivazione e coerenza.
Nel contesto clinico, esplorare i valori non significa indagare opinioni astratte o principi morali generici.
Si tratta piuttosto di comprendere ciò che per il paziente ha autentico significato.
Cosa conta davvero per lui o per lei? Quali sono le direzioni di vita che, se seguite, renderebbero l’esistenza più piena, più sentita, più allineata con il proprio sé?
Questo lavoro, che può svilupparsi attraverso diverse modalità ha il potenziale di restituire alla persona una prospettiva generativa sul cambiamento.
Non si tratta più soltanto di “stare meglio”, ma di vivere in modo più autentico.

Una distinzione utile in questo senso è quella tra valori e obiettivi. Mentre gli obiettivi sono traguardi specifici, misurabili e raggiungibili, i valori costituiscono direzioni più ampie e continuative.
Si può raggiungere un obiettivo e poi fissarne un altro; ma un valore rimane come riferimento costante, indipendentemente dalle circostanze.
La persona può, ad esempio, agire con coerenza verso il valore della gentilezza o della giustizia anche in condizioni difficili, senza bisogno che la situazione esterna cambi immediatamente. Questo tipo di coerenza valoriale, anche in presenza di dolore psicologico, è ciò che consente una vita più significativa.
Da questo punto di vista, protocolli terapeutici come l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) hanno dato un contributo rilevante, collocando i valori al centro dell’intervento clinico.
Lavorare sulla flessibilità psicologica significa aiutare il paziente a fare spazio alle proprie esperienze interiori e, contemporaneamente, a impegnarsi in azioni coerenti con ciò che per lui è importante.
Non si tratta di attendere la “guarigione” prima di cominciare a vivere secondo i propri valori, ma di imparare a farlo anche in presenza del disagio, accogliendo l’imperfezione del percorso.

Nella pratica clinica, l’emersione dei valori può avvenire in modi diversi.
Talvolta emergono in modo implicito, attraverso il racconto di momenti significativi o attraverso ciò che suscita commozione, rabbia o nostalgia.
Altre volte, è utile un’esplorazione più sistematica, che aiuti a distinguere i valori autentici da quelli introiettati, ovvero assunti per compiacere le aspettative altrui, più che per reale convinzione personale.
Questo passaggio è spesso decisivo: riconoscere che alcuni desideri o obiettivi non appartengono davvero a sé, ma rispondono a pressioni sociali o familiari, può aprire lo spazio per scelte più libere e congruenti.

Lavorare con i valori implica anche una riflessione sulla responsabilità: scegliere consapevolmente la direzione in cui orientare la propria vita comporta, inevitabilmente, l’assunzione di un ruolo attivo nel cambiamento.
Non è più solo questione di “curare” qualcosa che non va, ma di prendersi cura del proprio percorso in modo intenzionale.
Questo approccio non nega la complessità della sofferenza psicologica, né riduce il disagio a un problema di motivazione.
Al contrario, restituisce alla persona la possibilità di agire in direzione di ciò che considera importante.
Integrare il lavoro sui valori nel percorso psicoterapeutico significa riconoscere che la salute mentale non può essere ridotta alla sola assenza di sintomi, ma va intesa come la possibilità di costruire una vita coerente, sentita, dotata di significato.

I valori non sono una componente marginale, ma il fondamento su cui si costruisce una trasformazione duratura. Recuperarli, o scoprirli, rappresenta forse uno degli atti più profondamente terapeutici che si possano compiere.